Monday 27 July 2015

BONDING - Pt. 1

Una storia di oche selvatiche

Un'oca selvatica - Cortesia di Melissa Bonnet

Quando si parla di bonding, si pensa a quel legame istintivo che si crea fra madre e figlio nella cosiddetta "ora d'oro" dopo il parto. Si pensa all'allattamento, alla cosiddetta genitorialità ad alto contatto, all'attaccamento, allo sviluppo sociale e motorio del bambino, al suo sistema immunitario.

L'idea del "bonding" è stata incorporata nei protocolli di molti ospedali, che oggi incoraggiano le mamme a prendere in braccio il loro bambino immediatamente dopo la nascita. Niente bagnetti, niente riposini, niente nido. Si inizia con il pelle-a-pelle e di tutto il resto si parlerà più tardi.

Che sia una moda?

Com'è nata l'idea che il contatto fisico nella prima ora di vita sia così importante per mamma e bambino?
Che studi sono stati fatti in proposito?
Oggi iniziamo a parlare di bonding (sarà un argomento molto lungo) e iniziamo con le oche selvatiche.

Wednesday 22 July 2015

COME SI FA L'AMORE DOPO IL PARTO?

Non credete a quelli che vi dicono che non cambia niente. In realtà cambia tutto. 

Non credete a quelli che vi dicono che i bei tempi sono finiti. In realtà sono appena iniziati. 


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Con ogni parto nascono anche una mamma e un papà: dopo la nascita di ogni bambino, entrambi i genitori cambiano radicalmente. Figuriamoci quindi se non cambia la loro interazione (fisica e psicologica). "Torneremo mai come prima?" Ci si chiede, e si evocano con nostalgia notti (e giorni) di passione focosa. La risposta breve è un bel NO. La risposta un po' più lunga è: "No. Ma se ce la giochiamo bene, sarà ancora meglio."
Allora come fare a giocarsela bene? Quali sono i maggiori fattori di cambiamento? Come facciamo a fare in modo che questi apportino ancora più benessere a noi, al nostro partner e a tutta la famiglia? Oggi parliamo di cinque aspetti che possono fare la differenza


1. Ferite


Spesso, durante il parto, vagina e vulva subiscono delle lacerazioni. E troppo spesso viene praticata l'episiotomia per "aiutare" il bambino ad uscire. Al di là delle ragioni per cui questo avvenga (secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'episiotomia è una pratica quasi sempre ingiustificata), è importante conoscere le proprie ferite, prendersene cura e lasciare loro il tempo di rimarginarsi.


2. Perineo


Anche senza lacerazioni, il perineo si trasforma durante il parto. Si stira, si schiude, si espande. Per aumentare l'elasticità di questa parte del nostro corpo tanto preziosa, è importante esercitarla. Sempre.

Sunday 19 July 2015

I BAMBINI RICORDANO LA NASCITA?

Il neonato è una persona

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Fino a qualche decennio fa, si credeva (o si fingeva di credere?) che i neonati non percepissero il dolore. In caso di necessità, li si operava quindi senza anestesia. Si ignoravano i loro pianti e le loro grida di dolore - che pure sono lo stimolo al mondo con la maggiore capacità di suscitare empatia - si procedeva a tagliarli e cucirli, e ci si sentiva pure dei benefattori per averlo fatto.

Oggi tutto questo ci sembra disumano. Eppure spesso (troppo spesso!) quando si parla di parto, all'esperienza del bambino viene data poca importanza. Che siano le cosiddette femministe che reclamano il loro diritto all'epidurale e al cesareo, o che siano le cosiddette hippy che perseguono un parto naturale a tutti i costi, il parto è visto da troppe donne come una sfida che riguarda soltanto loro stesse.

Ci sono tante teorie su se e come i bambini ricordino la loro nascita. Visto che per i primi due-tre anni di vita i bimbi non possono raccontarci con parole loro quello che sentono, ricordano e sperano, ci dobbiamo fidare delle loro espressioni e dei loro comportamenti. Ma i piccoli hanno molto meno controllo di noi anche su questi, quindi studiare sistematicamente l'ipotesi che i bambini ricordino la nascita diventa molto difficile. Bisogna basarsi su aneddoti, osservazioni, supposizioni. Ognuno può farsi la propria idea su queste teorie e, almeno per il momento, non c'è un modo esatto per esculdere con certezza né la loro veridicità né la loro fallacia. Quello che è certo è che, da adulti, non ci rimangono ricordi coscienti né del parto né dei primi tre anni di vita.

Però alcune cose le sappiamo. Sappiamo che il bambino, già in utero, è un piccolo essere umano, con la sua esperienza della vita e le sue memorie. Quindi come un essere umano va trattato.

Monday 13 July 2015

Induzione: tutta la verità, solo la verità, nient'altro che la verità

Se più del 40% delle donne ha bisogno di ossitocina sintetica per progredire normalmente forse dobbiamo rivedere il nostro concetto di normale. (Cit.)

Pochi temi sono confusi e offuscati da usanze e convinzioni mai messe in discussione dagli anni '50 come l'induzione del parto.
Si parla di induzione con una disinvoltura allarmante, quando non con rassegnazione.
Cosa bisogna veramente sapere dell'induzione del parto?

1) "Il parto non dovrebbe mai essere indotto per convenienza e l'induzione del travaglio dovrebbe essere riservata a specifiche condizioni mediche. Nessun'area geografica dovrebbe avere tassi di induzione superiori al 10%."
E no, non lo diciamo noi 2 visionarie de IPP.
Sono le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in materia.

Ricordarselo, ogni volta che qualcuno discute l'induzione, è il primo passo verso una scelta consapevole.
Perché non tutte lo sanno, e certo alcuni professionisti non troppo rispettosi preferiscono farci credere che sia una scelta obbligata, ma:

2) L'induzione è una scelta. Della donna.

Thursday 9 July 2015

QUATTRO ANNI DI STELLE




Quattro anni fa, dopo una canzone magica sussurrata all'orecchio, che ha sciolto ogni paura e ogni ansia da prestazione, e dopo quattro ore di travaglio passate alla storia come "Silvia sul ring" (anche se, a onor del vero, si trattava di un wc), in un'alba di cristallo, nasceva Raphaël.


Oggi Silvia è impegnata a preparare torte di Frozen (sì, sì... anche noi) e a impacchettare aquiloni, ma ha deciso di condividere con voi la scanzonata filastrocca che ha scritto come regalo per il bambino che l'ha resa mamma.

Monday 6 July 2015

PIANO DEL PARTO

Nel parto, mamma e bambino attraversano un cambiamento importante, fondamentale, irrevocabile come la morte.

Una doula eccezionale - Liliana Lammers
Scrivere un piano del parto è contemporaneamente come fare l'esame scritto della patente e parlare di sesso al proprio partner. Non ci prepara esattamente a quello che succederà, ma ha due grandi vantaggi:

1. Ci mette nelle condizioni di essere pronte, qualsiasi cosa ci venga incontro;

2. Ci permette di massimizzare il piacere e minimizzare il dolore (o anche solo il fastidio, perché abbiamo visto che il fastidio è cosa seria e decisamente non grata* nelle ore attorno al parto).

Scrivere un piano del parto non vuol dire illudersi di poter controllare tutto quello che succederà, o indulgere in desideri di edonistica perfezione. Scrivere un piano di parto vuol dire informarsi, decidere e avere il coraggio di chiedere (o pretendere, se ce ne fosse bisogno) quello che ci serve.

Al di là di quello che ciascuna di noi fa nel resto della sua vita (la maestra, la regista, la collaboratrice domestica, la poliziotta), non partoriamo per "non dare fastidio al primario". Non partoriamo per "fare le brave". Non partoriamo "per essere presentabili". Non partoriamo "per farci fare i complimenti". Non partoriamo "per fare silenzio". Non partoriamo "per fare rumore". Non partoriamo "per avere un'esperienza bella e forte". Tutte le cose fra virgolette possono al massimo essere degli infimi effetti collaterali del fatto che partoriamo per dare la Vita.

Friday 3 July 2015

INTERVISTA A FRANCESCA ALBERTI, PRESIDENTE DI INNECESAREO.

Riprendiamoci il parto! Anche l'allattamento sarà più facile. (Francesca Alberti)



dalla pagina facebook di Innecesareo


Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere e l'onore di intervistare la presidente di Innecesareo Onlus, prima associazione di volontariato in Italia ad occuparsi di prevenzione cesarei non necessari, promozione VBAC (parto vaginale dopo cesareo) e sostegno emotivo post cesareo o parto medicalizzato.

Francesca Alberti, consulente professionale in allattamento IBCLC, doula e sei volte mamma, non solo è una persona gentile, aperta e generosa, ma anche estremamente rigorosa e preparata. Abbiamo scelto cinque delle mille domande che avremmo voluto farle e riportiamo qui quello che Francesca ci ha raccontato in merito alla spinosa questione del parto cesareo in Italia.


1. Sei  la presidente di Innecesareo. Perché vi dedicate alla missione di ridurre il numero di cesarei?

Crediamo che il cesareo sia un intervento importante, un vero salva-vita per mamma e bambino quando davvero necessario, ma teniamo a ricordare che è anche un intervento di chirurgia addominale maggiore che non può e non deve diventare la normale modalità di nascita. Innecesareo ha profonda fiducia che le donne abbiano in sè tutte le competenze e la possibilità di avere un parto vaginale sano e che questo sia la norma biologica. In realtà sento che si è un po' capovolto tutto e personalmente credo che ci siano stati "rubati" parto e allattamento. Penso inoltre che sia importante che le donne ritornino ad essere consapevoli, informate correttamente, ma soprattutto “padrone” del proprio corpo e dell'intero evento nascita.